LA NOSTRA SEDE
CONFINDUSTRIA FIRENZE È LA PRINCIPALE ORGANIZZAZIONE RAPPRESENTATIVA DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE E DI SERVIZI DELLA PROVINCIA FIORENTINA.

Componente territoriale di Confindustria, l’associazione fiorentina rappresenta, nei confronti delle parti sociali e delle istituzioni, tutta l’industria presente sul territorio in modo trasversale tenendo conto dei diversi settori merceologici di operatività delle aziende, da quelle tradizionali manifatturiere a quelle del terziario innovativo, fino al turismo.

Oltre a fornire servizi di informazione, orientamento, assistenza e consulenza ai propri associati, Confindustria Firenze si propone di contribuire, insieme alle istituzioni politiche del territorio e alle organizzazioni economiche, sociali e culturali alla crescita economica e al progresso sociale dell’area metropolitana e del Paese.

INDIPENDENTE, APARTITICA E SENZA FINI DI LUCRO.
• Rappresenta e tutela le imprese produttrici di beni e/o servizi nei confronti delle istituzioni, amministrazioni pubbliche, delle organizzazioni economiche, politiche, sindacali e sociali
• Promuove la cultura dello sviluppo e dell’impresa
• Favorisce l’informazione, la conoscenza e la cultura come strumenti di progresso economico-sociale
• Favorisce lo sviluppo delle attività imprenditoriali
IL PALAZZO GUALFONDA
Il palazzo venne edificato dalla famiglia Bartolini-Salimbeni verso il 1520, probabilmente ad opera dell’architetto già impiegato nell’altro palazzo di famiglia di via Tornabuoni, cioè Baccio d’Agnolo. All’abbellimento del palazzo contribuirono comunque anche altri numerosi artisti di primo piano, quali Benedetto da Rovezzano, Andrea Sansovino e Giovanni della Robbia, che dotarono la residenza di un notevole corredo scultoreo.

Il grande giardino si estendeva su un’area che da via Valfonda arrivava alle mura e la Fortezza da Basso, poi fino a via della Scala a lambire gli Orti Oricellari e gli Orti di Santa Maria Novella.

Nel 1558 il palazzo venne acquistato da Chiappino Vitelli il Giovane, capitano di Ventura nominato capo delle milizie toscane da Cosimo I de’ Medici. In seguito il palazzo passò alla famiglia di ricchi banchieri di origine germanica dei Riccardi, che fece ristrutturare e ampliare il palazzo da Gherardo Silvani.

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STATUTO, REGOLAMENTI E CODICE ETICO