Materiali contenenti amianto: le nuove prassi di riferimento pubblicate da UNI

Gen 2, 2024

Print Friendly, PDF & Email

Pubblicate da UNI la prassi di riferimento UNI/PdR 152.1:2023 e la prassi di riferimento UNI/PdR 152.2:2023 sulla “Valutazione dello stato di conservazione delle coperture e tamponamenti contenenti amianto in matrice cementizia” e “Requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità del Responsabile del rischio amianto”.

Premessa

Con la Legge 257/1992 l’Italia ha bandito tutti i prodotti contenenti amianto, vietando: l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di prodotti contenenti amianto.

Ancora oggi, però, l’amianto rappresenta un problema di salute pubblica in quanto “le conseguenze dannose che questo agente cancerogeno provoca sulla salute umana sono ancora evidenti, dovute alla lunghezza particolare del processo di sviluppo delle malattie asbesto correlate. Il periodo di latenza, infatti, supera generalmente i 25 anni e le patologie conseguenti possono manifestarsi anche a 40 anni dall’esposizione” (fonte INAIL).

Le prassi di riferimento pubblicate da UNI – Fonte UNI

Elaborata con gli esperti di Sportello Amianto Nazionale, la prassi di riferimento affronta separatamente due aspetti significativi di una materia indubbiamente delicata:

UNI/PdR 152.1 “Materiali contenenti amianto – Parte 1: Valutazione dello stato di conservazione delle coperture e tamponamenti contenenti amianto in matrice cementizia”

UNI/PdR 152.2 “Materiali contenenti amianto – Parte 2: Requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità del Responsabile del rischio amianto”

Da oltre trent’anni – dalla legge 257 del 1992 – l’amianto non può più essere impiegato e, per i manufatti che lo contengono, il legislatore ha previsto che sia effettuata la valutazione dello stato di degrado, la bonifica e la sua progressiva e definitiva rimozione. Un’attenzione doverosa in un’ottica di salute pubblica, tanto più che la presenza di amianto negli edifici – dato anche l’indice di vetustà del costruito nel nostro Paese – rappresenta tuttora una minaccia concreta, da gestire accuratamente. Sono infatti ancora numerosi i tamponamenti e le coperture realizzati con lastre di cemento-amianto (conosciuto anche come fibrocemento) continuamente esposte agli agenti atmosferici e quindi sottoposte a un inevitabile e rapido processo di degrado, con conseguente pericolo di dispersione nell’aria delle fibre di amianto e della loro inalazione da parte delle persone.

Le due parti della prassi di riferimento UNI/PdR 152 rispondono dunque a questa sfida importante, affrontando il tema – come sopra accennato – da due versanti cruciali: la valutazione dello stato di degrado dei materiali e la qualificazione professionale del Responsabile del rischio amianto.

La UNI/PdR 152.1:2023, dedicata al primo aspetto, definisce i parametri che descrivono il potenziale degrado delle coperture e dei tamponamenti in lastre di cemento amianto: parametri che sono necessari per effettuare una corretta valutazione dello stato di conservazione del patrimonio immobiliare.

La UNI/PdR 152.2:2023 definisce invece i requisiti relativi all’attività professionale del Responsabile del Rischio Amianto (RRA). In coerenza con i documenti normativi dedicati alle attività professionali non regolamentate e al contesto del Mercato Unico europeo, questi requisiti sono identificati, a partire dai compiti e dalle attività specifiche, in termini di conoscenze e abilità anche con l’obiettivo di tracciare un perimetro chiaro di autonomia e responsabilità in coerenza con il Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualification Framework – EQF) e con il Quadro Nazionale delle Qualificazioni (QNQ).

(Per scaricare liberamente le prassi di riferimento (previa registrazione) dal catalogo online:  https://store.uni.com/)

 

ARTICOLI CORRELATI
RICERCA