Industria alberghiera, cancellazioni al 99% e rimborsi per oltre la metà dei clienti

Mag 26, 2020

A maggio cancellate le prenotazioni del 99% degli hotel della città metropolitana di Firenze, a giugno il 91%, a luglio il 77%. La rilevazione del centro studi di Confindustria Firenze, fotografa l’impietoso scenario dell’industria alberghiera fiorentina.

Il 49% delle strutture prevede di riaprire a settembre, a giugno il 21%, mentre il 12% a luglio e solo un 6% ad agosto, i rimanenti addirittura dopo il mese di settembre. Ma un dato ancora più rilevante dell’indagine, rappresentativa delle strutture alberghiere della città metropolitana fiorentina di 3,4 e 5 stelle, è quello sulla cassa integrazione: per i dipendenti del 67% delle imprese intervistate non è ancora stata erogata dall’Inps e per il restante 33% è stata anticipata dall’azienda, in attesa dell’erogazione da parte dell’Inps.

“La situazione più seria è proprio quella della cassa integrazione in deroga – sottolinea Giancarlo Carniani, presidente della Sezione Industria Alberghiera di Confindustria Firenze -, che ad oggi non è stata ancora incassata dalla quasi totalità delle imprese. Prevedo che la situazione sociale, oltre a quella economica, sarà drammatica già dalle prossime settimane”.

I dati della Sezione Industria alberghiera di Confindustria Firenze e del Consorzio Firenze Albergo, spiegano anche che circa il 56% dei clienti, che hanno effettuato le cancellazioni della prenotazione, sono stati rimborsati dalla struttura e gli altri hanno accettato un voucher per una riprogrammazione del soggiorno. Il 67% delle cancellazioni è stato effettuato tramite canali online.

Il 42% delle strutture intervistate, infine, prevede a breve di richiedere un finanziamento, mentre solo il 30% lo ha già richiesto. L’82% di coloro che hanno richiesto un finanziamento in base al decreto “liquidità”, sono ancora in attesa di una valutazione della domanda di finanziamento presentata. Quelli che lo hanno già visto arrivare in cassa, sono solo il 9%; percentuale pari a quelli a cui la banca non lo ha concesso (9%).

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